Il trasporto dei generi alimentari: la spesa a casa tua in condizioni ottimali

Ordinare la spesa su Internet è ormai un’abitudine sempre più diffusa per tantissimi italiani, che hanno messo da parte tutte le ritrosie che potevano nutrire fino a qualche anno fa nei confronti di questa pratica. Soprattutto chi non ha a disposizione abbastanza tempo per andare al supermercato trova davvero comodo approfittare delle opportunità che vengono concesse dagli e-commerce: bastano pochi clic sullo schermo del telefono o al computer per ordinare tutto ciò di cui si ha bisogno, incluso il fresco, per poi provvedere al pagamento – sempre online – e aspettare che la merce venga consegnata a domicilio.

 

L’importanza di un corretto imballaggio

Come è facile immaginare, però, il trasporto dei generi alimentari richiede delle specifiche accortezze che ne consentano la perfetta conservazione: nessuno vorrebbe mai ricevere a casa prodotti ammaccati o comunque in condizioni non ottimali. Il modo in cui gli alimenti vengono imballati e confezionati è destinato a incidere sulle caratteristiche degli stessi, sia a livello di sapore che dal punto di vista della consistenza. Gli sbalzi termici, per esempio, sono nemici da non sottovalutare, in quanto possono favorire un rapido deperimento della merce. La carta gommata di Emme Cinque, professionista del settore, è un esempio dei tanti materiali di imballaggio che possono essere utilizzati a questo scopo.

I materiali con i quali i prodotti alimentari vengono confezionati sono progettati e messi a punto per prevenire l’entrata degli odori e dei gas, ma anche la loro fuoriuscita. Essi, ovviamente, non devono essere tossici, e al tempo stesso devono garantire la massima compatibilità con i prodotti con cui entrano in contatto. Ma non è tutto, perché ci sono molti altri requisiti da rispettare: per esempio la capacità di proteggere il contenuto dalla luce (a meno che non si tratti di confezioni trasparenti) e quella di proteggere dalla migrazione di grasso e di umidità.

Gli imballaggi di questo settore devono poter essere aperti ed eventualmente richiusi con facilità; la stessa facilità è richiesta anche per il loro utilizzo e per il loro smaltimento. Ovviamente, è opportuno che essi assicurino alle derrate una protezione sanitaria idonea; devono, quindi, fungere da barriera rispetto all’ingresso della sporcizia, e in particolare dei microbi, e riuscire a resistere agli eventuali attacchi messi in atto dai roditori o dagli insetti.

Insomma, è davvero lunga la lista delle caratteristiche ideali per gli imballaggi dei prodotti alimentari, che devono essere anche economici in proporzione al valore del contenuto e adeguati nel peso, nella forma e nelle dimensioni. Il confezionamento, per altro, può avere diversi scopi, dal contenimento alla conservazione. Si pensi, per esempio, a un prodotto fluido come un budino, o addirittura liquido come il latte. In questo caso l’imballaggio è necessario per fare in modo che la quantità di prodotto che rappresenta l’unità di vendita possa essere contenuta e sostenuta. Lo stesso discorso vale anche quando si ha a che fare con prodotti privi di una struttura rigida, come nel caso di una bistecca, o che sono formati da parti piccole, che vanno tenute insieme, come nel caso dei biscotti. E poi non ci si può dimenticare delle polveri, dalla farina allo zucchero, passando per il caffè.

Oltre al contenimento, un altro aspetto fondamentale della vita di un prodotto alimentare è quello relativo alla conservazione. Non è sbagliato ritenere che il confezionamento sia a tutti gli effetti un metodo di conservazione, il cui scopo è quello di prolungare la vita dei vari prodotti in previsione della loro messa sul mercato. Le tecniche a cui si può fare riferimento a questo scopo sono diverse: la pastorizzazione e la disidratazione, per esempio, ma anche la sterilizzazione, la surgelazione, il congelamento, e così via. Tutti questi procedimenti hanno lo scopo di contrastare l’efficacia dei processi di alterazione. Ciò vuol dire che gli imballaggi agiscono come barriere.

 

Classificazione degli imballaggi: un esempio

Si distingue tra imballaggio primario e imballaggio secondario a seconda che esso sia a diretto contatto con il prodotto o meno. Sono esempi di imballaggi primari le bottiglie di plastica che contengono l’acqua e quelle di vetro che contengono l’olio, ma anche le scatolette di latta che contengono il tonno o i barattoli di vetro che contengono la marmellata. Gli imballaggi secondari, invece, corrispondono a rivestimenti esterni che hanno lo scopo di incrementare la protezione meccanica. Non è detto che essi siano sempre presenti né che siano indispensabili: dipende sempre dalle caratteristiche del prodotto e dallo scopo che ci si propone di raggiungere. A volte, per esempio, gli imballaggi secondari servono solo a garantire un impatto visivo migliore, e quindi a invogliare i clienti all’acquisto, mentre in altri casi contribuiscono a conferire alla movimentazione una forma più adatta.

Infine ci sono gli imballaggi terziari, che hanno a che fare semplicemente con il trasporto: è il caso delle pedane, dei grandi cartoni, delle casse in legno, e così via. Per il trasporto di prodotti in polvere o liquidi ci si serve delle cisterne, che sono al tempo stesso imballaggi primari e imballaggi terziari.